Teramo -
Consiglio comunale straordinario sul carcere di Castrogno, questa mattina a Teramo. Un assise molto partecipata dal mondo politico regionale, compresi i parlamentari abruzzesi, sebbene sia stata notata l’assenza del Prefetto del presidente della Regione.
Particolarmente significativo l’intervento della direttrice del carcere, Maria Lucia Avvantaggiato che ha voluto, in particolare, buttare acqua sulla situazione carceraria teramana: quello di Castrogno non è tra gli istituti di pena peggiori d’Italia. «La situazione è molto complessa ma non è corretto parlare di situazione allarmante. La situazione è complessa e come tale va gestita. Rispecchia le condizioni di tutti gli istituti penitenziari italiani. MI dispiace dirlo, ma Teramo non ha l’esclusiva. Ho trentacinque anni di esperienza alle spalle e vi posso garantire che Teramo, tutto sommato, è una realtà su cui si può lavorare, dalle grandissime potenzialità». La direttrice tiene anche a precisare che, diversamente da quanto denunciato dai Sindacati di polizia penitenziaria: «Nessun rinuncia alle ferie, nessuno è costretto a fare straordinari perché si tratta di richieste volontarie, e tutti gli agenti lavorano trentasei ore settimanali, sei ore al giorno». Tra le priorità richieste all’unisono, quella di creare un Provveditorato che raccolga solamente Abruzzo e Molise, escludendo il Lazio: proprio dalla questa regione infatti arrivano numerosi detenuti particolarmente problematici nell’ambiente carcerario. «La realtà è cambiata negli ultimi anni, la popolazione carceraria è principalmente straniera che vede gravi abusi di sostanze stupefacenti che creano ulteriori problematiche alla vita all’interno dell’istituto penitenziario» spiega il commissario capo di Polizia Penitenziaria Igor De Amicis. Dopo il polverone alzatosi nei giorni scorsi in seguito alla visita in carcere della garante dei detenuti, Monia Scalera con il consigliere regionale e presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali Paolo Gatti, la stessa tiene a precisare: «Non è stato mai detto che il carcere non fosse sovraffollato: abbiamo detto che non vi è alcuna violazione alla sentenza Torreggianti che prevede determinati spazi, seppur angusti, per i detenuti» Cosa può fare, intanto, il comune di Teramo? Il sindaco Gianguido D’Alberto riassume le richieste e gli impegni che il Consiglio comunale ha annoverato: «A livello governativo chiederemo la riduzione del numero dei detenuti, lo stop dell’ingresso di carcerati provenienti da Roma con , l’ingresso di mediatori culturali, l’utilizzo del carcere come polo universitario. Da parte nostra, chiederemo alla Regione un ulteriore chilometraggio per consentire, come richiesto, un maggiore collegamento dei mezzi pubblici verso e dal penitenziario». Al termine del Consiglio comunale è stato inviato un documento condiviso e inviato a tutti i rappresentanti di ogni livello istituzionale di farsi portatori delle istanze sia delle associazioni di settore che dei lavoratori e relativi sindacati, prima fra tutte la richiesta di separare il provveditorato del Lazio da quello dell’Abruzzo e del Molise, compresa la premier Giorgia Meloni. Nel documento si chiede al Ministro Nordio di intervenire tempestivamente destinando risorse straordinarie alla realtà del nostro territorio sia da un punto di vista economico sia attraverso l’assegnazione del personale sufficiente e necessario al funzionamento della struttura; al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di valutare, all’interno della riorganizzazione dei circuiti penitenziari, così come chiesto dagli stessi sindacati di polizia penitenziaria, di caratterizzare il carcere di Teramo, anche in virtù dei positivi risultati registrati in questi anni dal Polo Universitario Penitenziario di UniTE-Castrogno, come istituto destinato ad ospitare prevalentemente detenuti impegnati in percorsi formativi, anche coinvolgento le scuole superiori e l’Ufficio Scolastico Provinciale e Regionale, e di valorizzarne anche l’esperienza, grazie a progetti già portati avanti negli anni passati con associazioni del terzo settore e a un progetto avviato da qualche mese con un’università romana, di percorsi rieducativi delle persone detenute per violenza di genere e sex offender; al Ministro Nordio il potenziamento del personale qualificato come Mediatore culturale, con particolare attenzione alle etnie di provenienza della popolazione detenuta. Inoltre si impegna la Regione Abruzzo ad interessare la stessa Regione affinchè incrementi il chilometraggio a disposizione del Comune di Teramo per il TPL e di conseguenza il numero di corse che serve Castrogno, attualmente limitato soltanto a due corse al giorno, anche con risorse endogene, dal centro e dalla zona stazione verso la casa circondariale di Castrogno.
A realizzare una pensilina coperta per l’attesa dei pullman, poiché attualmente la casa circondariale di Castrogno ne è sprovvista. Ad installare un’adeguata segnaletica stradale che indichi il carcere, poiché tuttora non esiste un’adeguata segnaletica di indicazione che sarebbe utile, come dice la normativa, per la guida o per trovare luoghi di interesse, servizi e strutture. A provvedere alla manutenzione della strada di accesso e di collegamento tra la Casa Circondariale di Castrogno e le principali arterie urbane, in quanto attualmente questa risulta dissestata. A sostenere dei corsi di alfabetizzazione, soprattutto dei numerosi detenuti stranieri, coinvolgendo Dirigenti scolastici e Scuole primarie e Secondarie di primo grado del territorio comunale di Teramo. A sostenere con adeguati finanziamenti le iniziative delle associazioni di volontariato che operano all’interno della struttura carceraria con notevoli difficoltà economiche per l’approvvigionamento degli strumenti operativi necessari alla loro attività.