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NUOVA EDITORIA: LETTERATURE INDIPENDENTI-  Primo Manifesto di Liberazione delle Lettere

Cultura  | 28 July 2024

Questo spazio, ideale e di virtù ma mai virtuale, si pone come unico compito quello di provocare una forma di “Nuova Resistenza Culturale”, fattuale, di contenuto, di carattere ma mai aggressiva, per la “Liberazione” dello scrittore dal “Regime” editoriale istaurato nel mondo letterario dalle grandi, medie, piccole, piccolissime e invisibili case editrici, oggi definitivamente auto degradatesi a ipermercato del libro vuoto che insegue il suo consumatore “culturale” cercando di annusarne gli odori, anche quelli più sgradevoli pure di vendergli qualcosa a tutti i costi possibili, persino qualcosa che non sia un libro, basta che si imponga una cottura di consumo, una cucina di tutti piatti insipidi o troppo salati, di portate senza profumi o che ne hanno troppi e dove ormai, nolenti o volenti, abbiamo finito per nutrici tutti chiedendo al cuoco di turno di farci mangiare solo quello che ci aspettiamo di masticare sotto ai denti, con questi denti resi molli da un impoverimento organico del pensiero, utile adesso appena a dire un o, molto più raramente, un no.

Tutto questo sistema editoriale – nel tempo e da sempre – è favorito colpevolmente anche dalla sciocca presunzione di certa “Accademia”, complicità manifestata prima avvolti dal grigiore delle aule universitarie – dove la vera sfida sta nel non cedere allo sbadiglio – quando improvvisati geni della chiacchiera tentano di mettere in piedi, in qualche modo, traballati teorie letterarie, grazie al cielo più inutili che ridicole; e poi continua lo stillicidio fuori, sempre pronta a far scattare le molle delle penne e a riscaldare gli inchiostri non appena l’editore tradizionale è disposto a offrire il suo magro obolo per la stesura di un “libro” su committenza – che pure lagnano e cercano di continuo – che nessuno leggerà – a parte i parenti stretti (ma facendo finta di aver letto) – aumentando in modo esponenziale il rischio che lo sbadiglio si propaghi in ogni dove fino a cronicizzarsi nei cervellini stretti di chi finge di capire, anche quando non c’è proprio più nulla da capire.

Ma certa “Accademia” riesce a farsi davvero intollerabile fiancheggiatrice di questa editoria soprattutto quando pensa (e ci crede pure) di possedere in esclusiva nazionale il ben de l’intelletto1 (quando invece il Poeta ci dice che l’hanno così definitivamente perduto), mentre cola la sua vecchia bava odorosa su figli e figliastri, riuscendo così nella “grandiosa” impresa di promuovere la nascita di pietosi “ghetti culturali” dove entrano in pochi e molti totalmente privati di intelligenza e ricolmi di Intelligencija, di quella a buon mercato però, di quelli buoni ai cruciverba.

Ma, alla fine della fine, che è proprio tutto finito, arriva la buona novella che ci dice che questo mondo-modo delle lettere è destinato a estinguersi nel giro di dieci anni al massimo (tutti in coro: “Halləlûyāh,  Halləlûyāh...”) e non perché si smetterà di leggere ma, al contrario, perché si tornerà a farlo con la passione della scoperta, che è tale solo quando è libera e individuale, perché oggi la via della pubblicazione è finalmente svelata e ognuno può percorrerla come sa e come può, nettendo l’intellettuale da quella patina ipocrita che sempre lo ha velato: sono periti gente i tanti No e i piccolissimi sì dell’editoria tradizionale, che adesso, povera Cassandra sverginata, chiama in soccorso i fidati soliti noti, che si affrettano a firmare anche quello che non vedono perché impastoiati dai preziosi contratti editoriali (e dai diritti anticipati) da cui non riescono a liberarsi, e affondano, affondano; insieme, così affondano:

vengo dalla terra

che sempre risorge

senza che nessuno

preghi per questo.

Massimo Ridolfi per Letterature Indipendenti

Teramo, giugno 2019

1. DANTE ALIGHIERI (1265 – 1321), Inf. III, v. 18.

Nel giugno 2019 scrissi questo manifesto come atto prodromico, cioè iniziale, della pubblicazione della mia opera attraverso il progetto editoriale "Letterature Indipendenti" allo scopo di denunciare l'attuale e secolare sistema editoriale italiano, dove si può aggiungere che l'unico a guadagnare pressoché nulla è lo scrittore - eccetto rarissimi casi, cioè lo 0,001% di questi -, che regala praticamente ogni sua opera a editori di ogni "taglia" pur di vedere il proprio nome stampato da qualche parte; e alcuni pagando anche di tasca propria per questo, ma poco conta perché, a conoscere un poco di storia della letteratura - fosse anche solo quella italiana -, si sa che molti autori importanti, anzi quasi tutti hanno pagato le loro prime pubblicazioni.

Ecco, ora è bene anche tenere conto che tutta la filiera, compreso il lagnante libraio "indipendente", lucra sul lavoro dello scrittore, perché gli altri componenti del sistema editoriale la loro percentuale di guadagno sulla vendita del libro la possono moltiplicare per le innumerevoli pubblicazioni che hanno a disposizione sugli scaffali, mentre l'autore continuerà a guadagnare sempre una cifra prossima al nulla unicamente per i soli libri pubblicati e sommersi nel mare magnum delle case editrici tradizionali.

A uno scrittore invece spetterebbe la percentuale maggiore degli utili provenienti dalla sua opera, dal suo lavoro, non inferiore al 60%; e l'unica strada per giungere a ciò, vale a dire per arrivare almeno al giusto, è solo quella dell'indipendenza, che spezza la filiera e punta dritto al lettore senza più parassitarie intermediazioni; percorso non facile, certo; anzi difficilissimo, non per tutti, che richiede ulteriori competenze e impegno ma, soprattutto, avere ben chiaro in mente non solo una idea di libro ma anche che cosa sia un libro, soprattutto fisicamente.

Quindi non regalate i vostri eleborati, frutto del vostro lavoro, all'editore tradizionale pur di pubblicare, qualsiasi sia la "stazza" di tale editore perché è davvero da sprovveduti, a maggior ragione se si è scrittori affermarti; e sappiate che i libri si vendono solo attraverso le noiosissime presentazioni, pur dentro la filiera tradizionale, e solo se l'autore se le organizza ed è interessato a farle, altrimenti il libro resterà a impolverare nei magazzini, con chiunque l'abbiate pubblicato.

Schiacciato dalla filiera, è lo scrittore che certamente muore.

Liberatevi! e soprattutto proteggetevi dalle favole che appaiono verosimili. E il vostro tempo impegnatelo nelle cura dei vostri talenti e per costruire la vostra intera opera, e poi pubblicatela, se credete in quanto si è fatto, sempre se avanzasse del tempo all'amore.

Massimo Ridolfi per Letterature Indipendenti

Teramo, 14 novembre 2021

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