Teramo - Uno studio tutto italiano conferma la presenza di più superpredatori giganti nel Cretaceo del Nord Africa. Il nuovo materiale descritto, OPH2028, comprende due ossa della testa di dinosauro predatore (teropode) di grandi dimensioni, di un’età geologica tra compresa tra i 100 ed i 93 milioni di anni fa, provenienti dal Kem Kem, in Marocco, una regione fossilifera celebre in tutto il mondo per i dinosauri giganti lì rinvenuti. L’analisi di questi fossili conferma la coesistenza di più specie di superpredatori giganti all’interno del medesimo ambiente.
Questo studio è stato realizzato dai ricercatori Andrea Cau, paleontologo, ed Alessandro Paterna, erpetologo. Nel loro lavoro, pubblicato dal giornale scientifico Historical Biology, gli autori descrivono questi nuovi esemplari che si distinguono da quelli di un'altra specie gigante del Kem Kem, Carcharodontosaurus saharicus. Per anni si è creduto che quest’ultimo dinosauro fosse l’unico rappresentante del suo gruppo presente nel Kem Kem. I due ricercatori dimostrano che invece un secondo genere di predatore, simile ma distinto da Carcharodontosaurus, popolava l'antico Marocco di quasi 100 milioni di anni fa.
OPH2028 è esposto al Museo Paleontologico e Centro Erpetologico Ophis, a Teramo, dove è stato identificato e preparato. Il processo di preparazione è stato lungo, e per la riuscita del lavoro sono state necessarie TAC e scan 3D condotti dal Gruppo D’Archivio. Ad oggi in Nordafrica i rinvenimenti di resti di carcharodontosauridi sono rari e quasi sempre frammentari, ma nonostante ciò possiamo fare delle stime sulle dimensioni di questi animali. Il mascellare di OPH2028 ci suggerisce che il dinosauro probabilmente superava i 10 metri di lunghezza dalla punta del muso alla fine della coda, ed aveva un cranio lungo oltre un metro, con denti affilati paragonabili a dei grandi coltelli da carne, seghettati ai margini, larghi più di 4cm e lunghi anche più di 12cm. Lo studio sui resti di dinosauri predatori nordafricani continua: l’obiettivo è determinare la specie di appartenenza di OPH2028, con l’eventualità che possa addirittura trattarsi di una nuova specie.