Teramo - “Sento con tutto il cuore il dovere di intervenire per chiarire il mio pensiero su una vicenda che mi ha profondamente addolorato. Per quanto concerne una mia intervista sulla confisca di una palazzina a Villa Tofo non è mai stata mia intenzione offendere o criminalizzare alcuna etnia. La mia vita, il mio lavoro, la mia storia lavorativa all'Ater parlano per me e confermano come io abbia sempre avuto il massimo rispetto di tutte le persone. Non aggiungo altro e mi scuso se qualcuno si è sentito offeso dalle mie parole”. Questa la dichiarazione dell’assessore Valdo Di Bonaventura a seguito del polverone sollevato dal Partito Nazionale Rom e Sinti dopo un' intervista rilasciata dall'assessore Di Bonaventura.
“Nel momento in cui l'Italia intera si sta mobilitando per aiutare i profughi ucraini, l'assessore, non soltanto utilizza il termine "zingari" che di per sé evoca alla mente scenari che speravamo passati, ma lo fa accostandolo al termine MAFIA, quasi a volerne stigmatizzare una fungibilità. - spiega Giulia Di Rocco - Tutto ciò nel corso di un'intervista televisiva appunto relativa ad una palazzina confiscata alla criminalità da riutilizzare a fini sociali. Questo é, semplicemente, inaccettabile e disgustoso! Denota una non soltanto una mancanza di informazione culturale riguardo al popolo rom Italianissimo definendolo “zingaro” ma la cosa più grave detta poi da un esponente del PD !!!!!!
Lo urliamo al Ministero dell'interno, che dispone della palazzina, all’Unar Ufficio anti discriminazioni Razziali presso il Ministero delle Pari Opportunità e a tutti i cittadini ONESTI, di ogni nazionalità. Queste odiose parole puramente di stampo discriminatorio non ha altro effetto se non quello di alimentare l’odio razziale nei confronti di un intera l’etnia rom in Italia. Chi delinqua ha un nome e cognome !!!! Non si può far ricadere l’errore del singolo su un intera Comunità. Per questo richiediamo al sindaco di Teramo di valutare ogni più opportuna iniziativa, ricordandogli che l'integrazione passa anche e soprattutto nella conoscenza e nel saper riportare informazioni giuste” conclude Giulia Di Rocco.