Teramo - “La portata giuridica del principio di eguaglianza si può interpretare nel senso che la legge deve trattare in modo eguale situazioni eguali e in modo differente situazioni differenti, tendendo al superamento delle disuguaglianze ingiuste, di quelle disparità di fatto che non dipendono dal merito e dal valore degli individui ma sono causate da un pregiudizio sociale”.
L’articolo 3 della Costituzione, che sancisce uno dei valori fondamentali della nostra Carta Costituzionale, è stato al centro dell’incontro organizzato dal Comune di Teramo in continuità con l’appuntamento conclusivo del progetto “La Costituzione in classe” e che si è svolto ieri pomeriggio nella sala Ipogea di piazza Garibaldi, in continuità con l’appuntamento conclusivo del progetto “La Costituzione in classe”.
L’evento, dal titolo “L’eguaglianza e i suoi nemici”, ha visto come relatore l’autorevole costituzionalista Michele Ainis, che ha dialogato sul tema con il Sindaco Gianguido D’Alberto e con il Professore di Diritto Costituzionale dell’Università di Teramo Enzo Di Salvatore. Gli interventi sono stati preceduti dai saluti dell’Ordine degli Avvocati e dell’Università di Teramo, che hanno partecipato al progetto “La Costituzione in classe”, rappresentanti dal Presidente dell’Ordine Antonio Lessiani e dal Prorettore Angela Musumeci.
“I due commi del principio di uguaglianza, quello formale e quello sostanziale, esprimono il senso di giustizia che anima la Costituzione Italiana - ha evidenziato Ainis – giustizia che implica l’uguaglianza nei punti di partenza e non nei punti di arrivo. Se sei bravo a scuola, se studi, se fatichi, è giusto che tu abbia alla fine uno stipendio, una posizione più adeguata rispetto a chi non ha fatto gli stessi sforzi. Un articolo altrettanto significativo come l’articolo 3 è l’articolo 34, che dice che i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.
Nel suo intervento, il professor Di Salvatore ha più volte citato Pietro Calamandrei, e ricordato come “i nemici dell’eguaglianza non sono le differenze naturali, ma quegli ostacoli di carattere economico e sociale che di fatto non riescono a renderci liberi e quindi pienamente uguali. Il punto non sta solo negli ostacoli economici e sociali che persistono, ma anche in coloro che rispetto agli ostacoli nulla fanno: pertanto l’indifferenza, l’ignavia. E’ compito della politica intervenire”.
Un tema, quello dell’indifferenza, affrontato anche dal Sindaco D’Alberto.
“Aprire la Carta Costituzionale, leggerla dal primo articolo – ha detto il primo cittadino - significa interessarsi contro l’indifferenza. Quando parliamo di Costituzione parliamo della stella polare della nostra stessa esistenza. Questo appuntamento ci consente, in particolare di fare una riflessione su un articolo fondamentale, l’articolo 3, e su quali siano oggi i limiti, gli ostacoli all’applicazione di un principio che significa attuazione di una società più giusta. Dall’articolo 3 discendono infatti tutti gli altri diritti e principi sanciti nella prima parte della nostra Carta Costituzionale. Allora se ci interroghiamo su quali siano le categorie dei nemici dell’uguaglianza possiamo distinguerle tra quelle che non hanno consapevolezza del presupposto dell’uguaglianza e quelle che ne sono consapevoli ma che non vogliono rimuoverne gli ostacoli”. Da qui la necessità, da un lato, di “acquisire consapevolezza che la vera attuazione del principio di uguaglianza dipende dal riconoscimento e dalla valorizzazione delle diversità” e dall’altro di operare, come istituzioni, per la “liberazione dal bisogno”. Quel bisogno che, ha aggiunto il primo cittadino, “è uno strumento utilizzato per generare consenso”. Un sistema che, ha concluso il primo cittadino, “