Teramo - Patrizia ha scelto: nessun funerale. Lunedì 8 gennaio, alle 14.30, sarà tumulata e salutata, per chi vorrà, al cimitero di Cartecchio. Qualcuno si chiederà “perché”. Perché? Perché lo ha detto tante volte a chi la conosceva bene e la sentiva quotidianamente. “Non voglio nessuno al mio funerale”. Repulsione verso un mondo teramano fatto di sorrisi e presunta stima. Mai di aiuto ed effettiva ricerca di collaborazione per esaltare concretamente la sua professionalità. Indifferenza fattiva nei confronti di una persona che, ottima professionista peraltro che a differenza di altri non “cercava”, aveva bisogno da un punto di vista morale, professionale, familiare, personale, di essere coinvolta in tante occasioni. E non aggiungo altro. E al diavolo le esternazioni di presunta tristezza di chi avrebbe potuto porgerle una mano, anzi, un dito mignolo, per aiutarla a vivere una vita più dignitosa. Troppo comodo oggi, ricordarla con affetto quando le è stato negato uno stipendio puntuale come ogni lavoratore ha diritto sacrosanto di percepire. L’argomento mi strugge. Perché Patty era e resta una persona speciale. Lo sa solo chi la conosceva bene o chi l’ha capito dopo una chiacchierata di pochi minuti. Bastava poco per capire chi fosse e come fosse. Patty, hai fatto bene così. Così come l’avevi pensata. Avrebbero dovuto pensarti da viva, non da morta.
Con affetto immenso, Serena Suriani