Mai una gioia in una storia infinita. Per una località turistica che meriterebbe diversa considerazione. Prati di Tivo, in eterna guerra (quella vera con i bombardamenti è una cosa molto diversa) per gli impianti. Al centro di una polemica che ha per scopo unico raggiunto il fermo degli impianti. Ci raccontava in epoche datate Loreto Di Bartolomeo, uomo di alta quota dall'intelligenza spiccata che "troppo invidie, troppi contrasti alla base del mancato decollo di una stazione che avrebbe potuto esprimere valori turistici altissimi" e che invece resta ferma, bloccata lassù dove osano le aquile. Eppure di giorni belli ne ha visti Prati di Tivo. Quando Pasqualino Iannetti era un fervore di idee, quando Ennio Costantini dette vita a un mini ristorante, quando i pionieri crearono un campeggio che in Europa non aveva rivali. Anni datati, anni diversi, anni in cui salire lassù era un piacere. I titolari di imprese di trasporto pubblico organizzavano le domeniche bianche ai Prati con partenza da Piazza Dante. Lassù si trasferiva mezza Teramo per stare assieme attorno ad un fuoco acceso, attorno ad un tavolo a gustare pecorino e pane del forno di Trentini. E al bivio c'era la cara ed indimenticabile Luigina che aveva il controllo visivo della circolazione,sapeva che il furgone della Siget era salito ai Prati, sapeva se la Romanelli era passata in orario e lei che da dietro i vetri aspettava ogni sera che l'ultima corriera preveniente da Roma transitasse, dopo il saluto fra autista e Luigina la donna chiudeva lo scurino e se ne andava a letto. Aveva una caramella Rossana per tutti. Negli anni successivi, scomparsa la prima ed originale Siget solo tanta carta bollata, solo udienze dinanzi ai togati, poi l'abbattimento della casa al bivio di Rio Arno, un altro pezzo di storia strappato alla memoria umana e lassù ancora carte bollate. Sono davvero lontani i giorni in cui Enrico di Marcotullio figlio di uno dei fondatori della Siget girava con la pinza multi uso attorno ai piloni per eventuali interventi di manutenzione. Oggi udienze dinanzi al Tar, una società che ha inghiottito milioni di euro, presidenti che si sono alternati al capezzale di una stazione turistica mai decollata e che resta sotto il Gran Sasso in un sonno eterno. Dal quale non riesce proprio a risvegliarsi. "Non si può raggiungere l’alba senza passare dai sentieri della notte. Khalil Gibran". D'accordo ma i sentieri dei Prati sembrano impenetrabili. O "Come un sentiero d'autunno: appena è tutto spazzato, si copre nuovamente di foglie secche. Franz Kafka". E di carte bollate.
Il cronista matusa