Teramo - Ho riflettuto prima di scrivere. Magari qualcuno dirà “Poco!”. In realtà ho pensato. Ascoltato e letto tra le righe. Ho letto di Nicola Giansante che lascia morire “La locanda del Proconsole”.
Iniziò con il Samovar, per poi passare al Michelangelo e Da Totò a Montorio, il bar Delle Rose a Roseto e il Centrale a San Nicolò, l’Antico Cantinone di via Ciotti a Teramo. E oggi - attraverso un’intervista rilasciata su R115 (Can.99) - si dice stanco non per il peso del lavoro ma per la conflittualità tra i protagonisti dei quartieri e “viste le circostanze di alcuni a cui davo fastidio devo chiudere”.
Giansante soprattutto in questa sua ultima esperienza, ha sofferto frequenti controlli, quasi tutti senza esito, sollecitati dal vicinato, da qualche residente attivo in particolare, che hanno reso sempre più difficile portare avanti la sua attività, tra l’altro fiore all’occhiello di una delle parti più antiche della città.
Il punto è proprio questo: non dice “Vado in pensione” ma dice, “Sono stanco, chiudo questo locale” ma "mi vedrete prossimamente in un’altra location". Lo dice. Velatamente ma lo dice. Ed è questo che mi spinge a scrivere.
Il vicinato mandava i carabinieri, i controlli, I Nas…insomma, una guerra tra “poveri”.
”Ho dovuto cedere, mi sono stancato”.
Ma avete capito??
Ascoltate l’intervista del signor Giansante. Ascoltatela.
https://www.emmelle.it/2022/05/13/video-chiude-la-locanda-del-proconsole-chef-nicola-lascia-stanco-di-combattere/?fbclid=IwAR0HsqbsHGEsrBm2jiaJwUescZHyj4BCFFaA5tHz4pdI0tHQB1W2Qwx4Tag
“Ho fatto tanto e ne sono orgoglioso. Sicuramente non passerà tanto tempo che sarò davanti ai fornelli”.
Chiara espressione di chi ha deciso di ricominciare, ma lontano da chi per brillare, distrugge.
Perchè Teramo la distruggono purtroppo gli stessi teramani che dicono di amare la propria città, piegando i teramani e coloro che provano a migliorare la città.
SerSur