Teramo - "Su alcuni muri della nostra Teramo, di cui uno particolarmente evidente e impattante perché esposto a tutto il traffico in entrata e in uscita dalla città, sono comparsi, a cura de "La casa del popolo”, vistosi murales inneggianti al "diritto alla casa". Non vogliamo qui entrare nel tema casa, che presenta molti aspetti e che di certo è tema importante e va affrontato e risolto; vogliamo invece rilevare una anomalia, una dissonanza rispetto alle normali procedure democratiche: la Casa del Popolo è un'associazione fortemente e inequivocabilmente connotata politicamente: dunque come è possibile che i muri cittadini siano "concessi" ad una parte politica? È corretto consentire a qualcuno di imbrattare le pareti urbane?" Sono questi gli interrogativi del consigliere comunale Berardo Rabbuffo. "Non si discute, qui, se i murales in questione siano belli o brutti anche se la pratica di operare sui muri degli edifici, sulle quinte delle strade e ovunque vi sia una parete disponibile crea, a nostro parere, degrado e disordine e vorremmo che la nostra città ne fosse esente per non assumere la veste di periferia degradata; qui la questione è altra, e a nostro avviso molto grave: la Casa del Popolo aveva le autorizzazioni per i murales? Riteniamo di sì, altrimenti si sarebbe dovuti intervenire con rimozione dei murales e relative sanzioni. Dunque dobbiamo pensare che il Sindaco abbia autorizzato e consentito che una associazione riferibile ad una parte politica e comunque non certamente espressione dell’intera comunità teramana utilizzasse a proprio criterio e piacimento i muri della città?
È questa la concezione che questa amministrazione ha del rispetto dovuto a tutti i cittadini, la tutela dei beni e degli spazi della collettività?
Riteniamo che imbrattare i muri pubblici non sia decoroso, né rispetti il principio di libertà di pensiero ed espressione in un contesto democratico. È inaccettabile permettere a frange politiche di usare spazi pubblici per promuovere le proprie ideologie.
Se si autorizza un gruppo politico a esprimersi in questo modo, allora sarebbe corretto concedere la stessa opportunità ad ogni altro gruppo politico, generando caos e degrado visivo. I regolamenti vigenti garantiscono il diritto di manifestare pacificamente le proprie idee con molti mezzi, manifesti compresi, ma non certo permettendo di deturpare i muri della città.
Siamo sinceramente sconcertati da questa vicenda che di sicuro merita qualche ineludibile e doveroso chiarimento". conclude Rabbuffo.