Teramo - Montagnaterapia: la montagna come strumento di cura e di riabilitazione psichiatrica. Ieri in 14 fra familiari e pazienti del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura hanno fatto un’escursione in montagna, partendo ai Prati di Tivo, con arrivo alla Madonnina.
L’iniziativa è stata organizzata dallo Spdc di Giulianova, guidato da Gaetano Callista, con la collaborazione del Dipartimento di Salute Mentale di Teramo diretto da Domenico De Berardis, insieme alla Sezione Cai di Sant'Egidio, e grazie al supporto del direttore sanitario dell’ospedale di Giulianova, Manuela Di Virgilio con la convinzione che la montagna e le attività ad essa legate, specialmente se svolte all'interno di un contesto di gruppo, possano offrire un grande valore terapeutico e riabilitativo per individui in situazioni di fragilità. Secondo l’approccio della montagnaterapia, le attività in natura che implichino un confronto diretto tra sé e l’ambiente, rinforzate da adeguati interventi di riflessione sull’esperienza realizzata, favoriscono una più immediata presa di coscienza rispetto al proprio mondo interiore e al proprio funzionamento.
La camminata di 7 chilometri (a cui hanno preso parte anche pazienti provenienti da Teramo) si aggiunge a un piano riabilitativo introdotto in Spdc con l’arrivo del tecnico della riabilitazione psichiatrica Rossella Angelozzi che ha dato nuova linfa con idee e progetti. Infatti, forse per la prima volta in Italia, dall’inizio del 2024, con cadenza settimanale, si è formato un “Gruppo multifamiliare” nel quale, senza giudizio l’uno verso l’altro, le persone che soffrono e i loro cari si incontrano con altre famiglie per condividere difficoltà ed esprimere emozioni da troppo rimaste in silenzio. Ogni incontro di gruppo inizia con una pratica meditativa mindfulness condotta dalla psichiatra Francesca Struglia. Il gruppo ha registrato una costante crescita nella partecipazione ed è nata anche una chat di messaggistica nella quale utenti, familiari e operatori possono condividere esperienze e richieste di aiuto e nella quale il confine fra chi soffre e chi aiuta è sempre più sottile.
Nel reparto si svolgono attività strutturate come gruppi psico-educativi sul tema della recovery, la gestione della rabbia, il potenziamento delle abilità sociali, l'art therapy con i benefici del disegno e il cineforum. Infine, ma non meno importante, viene promossa l'autosomministrazione della terapia farmacologica per rendere completamente autonome le persone al rientro a domicilio. Lo scopo di tali iniziative è diminuire il ricorso alla contenzione, combattere lo stigma e i pregiudizi, promuovendo un clima accogliente e positivo nei confronti della salute mentale.