Teramo - La Federazione provinciale di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea esprime il proprio sostegno all’importante lotta studentesca in corso in questi giorni in tutta Italia contro l’alternanza scuola - lavoro. Si tratta di un fatto politico molto più significativo delle beghe interne alla coalizione neoliberista al governo. Dapprima a Roma, poi anche a Torino, a Milano e nelle principali città italiane sono state organizzate una serie di manifestazioni promosse in poco tempo dalle organizzazioni studentesche per protestare contro la morte dello studente Lorenzo Parelli, che stava lavorando gratis in orario scolastico e per chiedere l’abolizione dell’alternanza scuola - lavoro. I cortei studenteschi sono stati in molti casi caricati pesantemente dalla polizia. Diversi studenti sono rimasti feriti, colpiti a titolo gratuito dalla violenza dei manganelli. È questa la risposta repressiva del governo Draghi a ragazze e ragazzi indignati per la morte di un coetaneo. La maggior parte dei media nazionali ha opportunamente nascosto la notizia, per dare spazio al teatrino dei finti litigi tra le forze politiche.
“Esprimiamo il nostro totale appoggio agli studenti che sono scesi in piazza a manifestare - spiega Mirko De Berardinis Segretario provinciale Federazione di Teramo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea - e auspichiamo che la protesta si allarghi perché non si può morire di scuola e lavoro. Condanniamo le cariche ingiustificate delle forze dell’ordine e chiediamo che sia garantito dal governo il diritto costituzionale di manifestazione. L’alternanza scuola - lavoro è un’esercitazione al futuro di precarietà, bassi salari, sfruttamento, emigrazione, pensioni da fame che le controriforme degli ultimi venti anni hanno apparecchiato per le nuove generazioni.
La morte di Lorenzo Parelli avvenuta in una fabbrica di Udine, mentre era impegnato nel suo ultimo giorno di stage “PCTO” al quarto anno di un percorso di formazione professionale, oltre ad addolorare per la giovane età del ragazzo, 18 anni appena compiuti, si inserisce in un contesto in cui l’istruzione viene sempre più piegata alle esigenze del modello aziendale dominante, quello dove la figura del lavoratore deve essere del tutto asservita all’impresa e dove si rischia persino la vita, com’è testimoniato dalle morti che ammontano ormai a più di mille l’anno (92 nel solo mese di gennaio scorso).
La reazione spontanea degli studenti ha colto questo problema di fondo e segnala una giusta avversione all’alternanza scuola - lavoro ipocritamente ridefinita “Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento”, che ha introdotto “esperienze” di lavoro per i liceali e aumentato le ore di “allontanamento dalle scuole” per gli studenti degli Istituti Tecnici e Professionali di Stato. Sia nel caso degli apprendisti in formazione che in quello degli studenti di scuole statali si tratta di lavoro gratuito, giustificato da una presunta formazione, che ha la chiara finalità di formare lavoratori senza diritti. La formazione improntata ai principi costituzionali ha bisogno di ben altri interventi, come l’abolizione dell’alternanza scuola - lavoro e una ridefinizione della formazione professionale.
Rifondazione Comunista sostiene pienamente le iniziative di lotta e mobilitazione promosse dalle organizzazioni studentesche, previste anche nei prossimi giorni. Saremo presenti al fianco degli studenti e delle studentesse, come sempre, per chiedere che venga cancellata la legge che ha istituito l’alternanza scuola - lavoro affinché finisca lo sfruttamento della formazione professionale svolta lavorando gratis nelle aziende”.