Non è vero ma ci credo. Quante volte abbiamo sentito questa frase, tante volte che alla fine abbiamo creduto anche noi a quanto è stato detto. E allora, facendo i debiti scongiuri e non essendo ancora entrati nel clima elettorale comunale, gettiamo un sasso nel lago. Non è che il nome del sindaco D'Alberto sarò legato alla scomparsa del calcio teramano? E' una becera provocazione, è un affermazione pesante tanto che qualcuno potrebbe anche affermare che "Non occorre sconfinare nella patologia mentale per trovare esemplari umani le cui affermazioni ci lasciano perplessi.” E' una provocazione bella pesante perchè va ad inserirsi nella storia che vede come protagonisti tre sindaci - Chiodi, Brucchi e D’Alberto - che con il pallone hanno avuto rapporti che sono andati oltre il proprio ruolo istituzionale. E tutti e tre hanno avuto il pallone fra le mani. Solo che i primi due sono riusciti a non farselo scoppiare fra le mani, il terzo gira ancora con il cerino-pallone acceso. E allora breve riassunto delle puntate precedenti. In città arrivano i fratelli Paoloni i quali manifestano la volontà di fare calcio. La cronaca registra numerose puntate di una storia che però fa acqua da tutte le parti. E allora che pensa il sindaco Gianni Chiodi? Visto che i fratelli vogliono fare calcio, avendo l'opportunità di inaugurare lo stadio facciamo tagliare il nastro ai due. Forbici, nastro e scatto fotografico. Fatto. Inutile che racconti come l'avventura dei Paoloni- ma anche quella di Chiodi- sia finita perchè lo tenete a mente tutti quanti. Scena due atto secondo. Il sindaco senologo e prossimo manager cavalca la promozione del Teramo in B. Poi in una calda mattinata di giugno il capo della squadra Mobile di Catanzaro fa scoppiare il pallone. Da Il Giornale di Sicilia. "Catanzaro. La Polizia ha notificato stamani 5 avvisi di garanzia ed eseguito altrettante perquisizioni domiciliari nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Catanzaro sul calcio scommesse. Al centro delle nuove indagini la gara Savona-Teramo di Lega Pro che ha consentito agli abruzzesi di ottenere la promozione in serie B. Trentamila euro: sarebbe stato questo il prezzo per combinare la gara Savona-Teramo del 2 maggio scorso, vinta dagli abruzzesi che con quel successo hanno ottenuto la promozione in serie B dalla Lega Pro girone B con una giornata di anticipo. È quanto emerge dalle indagini condotte dalla squadra mobile di Catanzaro in collaborazione con lo Sco di Roma che stamani hanno portato a perquisizioni ed alla notifica di 5 nuovi avvisi di garanzia nell'ambito dell'inchiesta della Dda catanzarese Dirty soccer. Secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini, la dirigenza del Teramo avrebbe dato mandato al direttore sportivo de L'Aquila Ercole Di Nicola, già indagato nella stessa inchiesta e ritenuto a capo di una delle due organizzazioni dedite a combinare partite, affinchè aggiustasse il risultato dell'incontro in favore della squadra abruzzese. Di Nicola, secondo l'accusa, si sarebbe avvalso della collaborazione di altri professionisti del calcio affinchè la proposta di combine giungesse a destinazione: Ninni Corda, allenatore del Barletta, anche lui già indagato, e Giuliano Pesce, collaboratore tecnico del Parma. Il presidente del Teramo Luciano Campitelli ed il direttore sportivo della stessa società Marcello Di Giuseppe avrebbero poi versato i 30 mila euro per remunerare l'opera prestata dagli indagati per l'alterazione della partita. Alcuni supporti informatici, quali tablet e cellulari, sono stati sequestrati dalla squadra mobile di Catanzaro e dallo Sco nel corso delle perquisizioni effettuate stamani a cinque nuovi indagati dell'inchiesta Dirty soccer. Il materiale sarà adesso trasferito a Catanzaro dove sarà oggetto di accertamenti tecnici allo scopo di cercare riscontri e nuovi elementi utili per le indagini". Il senologo-sindaco si sbilancia prima fa dipingere anche le zebre con i colori bianco e rosso, poi si fa condizionare da sirene con il camice bianco e dice che il Teramo conserverà la B con una penalizzazione. E anche qui sapete come è andata a finire. Ma sia con Chiodi che con Brucchi il pallone non scoppia del tutto. Atto terzo, scena tre. Arrivano altri fratelli in città. D'Alberto sente che il vento sta cambiando. Passerà alla storia per il sindaco che ha blindato il futuro del pallone biancorosso. Se Chiodi fece inaugurare lo stadio, D'Alberto pensa che con una bella festa con nani, ballerini, prestigiatori, consegna di targhe e pergamene il cerchio si possa chiudere. La festa è da spellarsi le mani, basta andare in rete e guardare le foto dell'epoca. Ma tutto finisce fra le fiamme. Le Fiamme gialle che arrestato i fratelli. Panico. D'Alberto suda a freddo. Rafforza lo staff della comunicazione, bisogna correre a mettere le pezze a colori, ma i colori sono finiti e allora usate quelle pezze che trovate. Anche lui sostiene che il Teramo conserverà la C. Per intanto Covisoc, Federazione e Coni hanno affermato l'esatto contrario. Ad oggi il pallone non c'è più. Pendono altri ricorsi, ci si appella al catechismo, alla clemenza, al perdono. Ma il rischio che il pallone scompaia con D'Alberto è reale. Ma ripetiamo è solo una bassa, squallida, becera provocazione. "La politica è una strana cosa. Le regole che si possono enunciare per gli altri mestieri sembra che non si applichino alla politica. Un uomo politico può cominciare da giovane come accalappiacani, e in pochissimo tempo riuscire a farlo dimenticare. Ecco ciò che rende la carriera politica quella che è.Erskine Preston Caldwell".
Il cronista matusa