Sipario. Sipario strappato. Stavolta la favola non ha avuto il lieto fine. Fin da piccoli quando i genitori ci leggevano o raccontavano le favole iniziavano con la frase “c'era una volta….”, un incipit che è entrato nella nostra testa e che a nostra volta utilizziamo con i nostri figli, “C'era una volta..” rimanda ad un tempo che fu, qualcosa che è esistito in un tempo indeterminato. Bene c'era una volta il Teramo calcio. C'era una volta una squadra di pallone che ha superato i 100 anni di attività. C'era una volta. Ma oggi non c'è più. Con una differenza assai sostanziale: nel finale delle favole c'è sempre il principe azzurro che bacia la principessa e i due vissero felici e contenti. Nella realtà scompare il pallone che conta, scompare un pezzo di storia di una città che, distesa fra due fiumi, assiste anche all'epilogo di questo brutto pasticciaccio che rapportandolo come riferimento a quello di Savona è ancora più grave, irrecuperabile, disastroso, comunque prevedibile. Come si poteva pensare ad un epilogo diverso se già tre bocciature erano state sentenziate dalla Covisoc, dalla Federazione e dal Coni? Illudersi non costava nulla ed alcuni si sono illusi. D'altra parte ognuno se la racconta come gli conviene. Ora che il Tar ha respinto il ricorso del povero diavolo il caso è davvero chiuso. Ed ecco che scatta il piano B. Classica prerogativa dell'italiano medio: infatti molti si chiedono a cosa serve fare un piano B visto che tanto il “fato” poi mescola le carte e ci si trova punto a capo a ricominciare da zero a fare dei piano con una realtà nuova ed elementi diversi con cui costruire la traiettoria della propria vita da quel momento in poi. In verità si parla di piani B anche in contesti meno universali, magari sul lavoro o quando si sta organizzando una vacanza, o una semplice serata. Ogni volta che stiamo progettando qualcosa o stiamo lavorando per uno obiettivo, è importante sapere a cosa serve un piano B e farne uno. Nel caso del pallone biancorosso esiste per davvero un piano B? Verità vuole intanto che il piano debba essere contrassegnato con la lettera D come dilettanti, oramai le prime tre lettere dell'alfabeto bisogna proprio cancellarle. Da domani il mago di turno avrà la bontà di illuminarci su quanto il presunto piano D stia sviluppando. Coraggio. Tanto il meglio è passato.
Il cronista matusa