Teramo - Nei giorni scorsi il Comune di Teramo ha inviato una richiesta di chiarimenti al Commissario straordinario per la ricostruzione, al Capo Dipartimento della Protezione Civile e alla Regione Abruzzo in merito all’ordinanza 165, che dispiega i suoi effetti sull’erogazione del Cas (contributo di autonoma sistemazione).
Tre le questioni che il Comune ha sottoposto all’attenzione degli enti sovraordinati, la prima riguarda la scadenza del 30 giugno 2024 per la presentazione dei progetti di ricostruzione pesante. In questo caso, si chiede di chiarire se la scadenza in questione si applichi, oltre che ai beneficiari di SAE, MAPRE e altre forme di assistenza abitativa, anche ai beneficiari del Cas. La seconda riguarda i termini per l’assistenza abitativa dei nuclei familiari oggi in affitto; qui, secondo gli uffici comunali, non è infatti chiaro se la scadenza del 31 marzo 2024 come termine ultimo per la corresponsione del CAS, si applichi anche ai nuclei familiari che vivono, in affitto, in immobili di proprietà pubblica. Nuclei che, evidenzia la nota del Comune, “non hanno alcun potere di disposizione in merito alla pratica di ricostruzione”. La terza questione, riguarda il termine di presentazione della dichiarazione per il mantenimento dei requisiti per l’erogazione del Cas; in questo caso, il Comune ha chiesto la proroga del termine, fissato al 29 febbraio 2024. Una richiesta che prende atto del fatto che “le ultime dichiarazioni sono state presentate entro il 6 novembre 2023, che l’apposita piattaforma ad oggi risulta essere ancora chiusa e non vi sono indicazioni circa la sua riapertura”.
“L’ultima ordinanza emessa dalla struttura commissariale – sottolineano l’Assessore al sociale Ilaria De Sanctis e il Sindaco Gianguido D’Alberto – presenta alcuni elementi di poca chiarezza. Numerose sono state le istanze di chiarimento arrivate dai cittadini e per questo abbiamo deciso di inoltrare un’apposita richiesta alla struttura commissariale con l’obiettivo di chiarire la situazione. In particolare ci preoccupa la possibilità che i termini per l’assistenza abitativa ai nuclei in affitto si applichi anche agli assegnatari di case Ater, che ovviamente non hanno alcun potere rispetto alle modalità e ai tempi delle pratiche di ricostruzione, gestite esclusivamente dall’azienda di edilizia residenziale pubblica. Se questa scadenza si dovesse applicare anche a loro, rischieremmo di trovarci di fronte ad un ulteriore problema di carattere sociale, con un danno enorme per famiglie che vivono già situazioni di fragilità”.