Teramo - “Spiace constatare come una certa opposizione si contraddistingua, per l’ennesima volta, per una totale distorsione della realtà, oltre che per una manifesta non conoscenza del patrimonio storico-culturale teramano”.
Il Sindaco Gianguido D’Alberto e l’assessore con delega alla Cultura Andrea Core intervengono sulla situazione dei siti del polo museale della Città di Teramo e in relazione alle dichiarazioni rilasciate dai consiglieri del gruppo di opposizione “Cittadini in Comune” stigmatizzano come queste ultime siano “esclusivamente strumentali”.
“La realtà è che all’epoca del nostro insediamento tutti i siti culturali erano chiusi, alcuni senza alcun motivo e altri perché necessitavano di interventi per i quali non esistevano né finanziamenti né progettazioni – sottolineano i due amministratori – questa amministrazione, fin dal primo momento, ha lavorato alla riapertura del polo museale tanto che a oggi sono fruibili l’Ipogeo, l’Arca, la sala espositiva di via Nicola Palma, la Pinacoteca Civica e il Castello della Monica. Un patrimonio storico-culturale che non solo è stato riaperto ma valorizzato con iniziative di successo e che hanno reso la nostra città punto di riferimento anche fuori i confini regionali. Basti pensare alle mostre che abbiamo ospitato in quest’ultimo anno, da quella di Montauti a quella di Melarangelo fino a quella di Banksy che inaugureremo il 21 Novembre, solo per citare alcuni dei più importanti appuntamenti”.
Per quanto riguarda gli altri siti Sindaco e assessore evidenziano come la loro chiusura sia dettata dal fatto di essere interessati da interventi, importanti, finalizzati proprio a restituirli alla città.
Per quanto concerne nello specifico l’area archeologica della Madonna delle Grazie quest’ultima è oggetto di un intervento finanziato dal Ministero della Cultura per 1 milione di euro e in fase di realizzazione da parte della della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, “che ringraziamo per l’attenzione verso la città e per la costante collaborazione”, sottolineano i due amministratori, mentre per quanto riguarda gli scavi archeologici di piazza Sant’Anna “la Fondazione Tercas ha donato alla città un progetto volto ad offrire una visione completa e armonica dell’intera piazza, superando il concetto di separazione tra gli scavi e l’area circostante”.
L’area archeologica della Madonna della Cona, al contrario, è attualmente aperta e fruibile, mentre per quel che concerne Torre Bruciata quest’ultima è oggetto di un intervento che prevede lavori per l’antincendio e per la manutenzione straordinaria dell’immobile e riaprirà non appena terminate le relative opere.
“Le dichiarazioni che più destano stupore sono quelle relative al museo archeologico e al teatro romano – proseguono i due amministratori – nel primo caso lo abbiamo ereditato chiuso da tempo, senza che fosse stata nemmeno effettuata la messa in sicurezza nonostante una scheda Aedes con esito E. Noi non solo abbiamo provveduto a realizzare questi lavori, ma grazie alla progettualità messa in campo abbiamo ottenuto, all’interno dell’ultimo piano di ripartizione dei fondi per la ricostruzione pubblica, il finanziamento integrale per la sua riqualificazione e valorizzazione con uno stanziamento di oltre 10 milioni a valere sugli interventi di rigenerazione, urbanizzazione e infrastrutture. Per quanto riguarda invece il teatro romano i consiglieri di opposizione dovrebbero sapere che è chiuso proprio perché interessato, sempre grazie ai fondi ottenuti da questa amministrazione dopo anni di totale abbandono, di un intervento di rifunzionalizzazione finanziato con 7.750.000 euro a valere sul Cis, il Contratto istituzionale di sviluppo, che si aggiungono ai 4 milioni già disponibili. Dopo il primo intervento stralcio di demolizione dei palazzi Salvoni e Adamoli abbiamo approvato in giunta, nel mese di ottobre, il progetto definitivo dei lavori di valorizzazione dell’intera area archeologica, con il quale andremo adesso all’aggiudicazione integrale dell’appalto. Si tratta di un risultato storico per tutta la città. Siamo invece stupiti del fatto che i consiglieri di “Cittadini in Comune” non sappiano che l’anfiteatro ospita, da sempre e non certo da quando si è insediata questa amministrazione, il parcheggio della Curia”.
Per quanto concerne infine la Domus del Leone Sindaco e assessore rilevano che “non vi è nulla da aggiungere alla risposta già arrivata dalla Fondazione Tercas. Purtroppo anche in questo caso i consiglieri, se avessero studiato di più, avrebbero evitato l’ennesima figuraccia”.
LA CONTRO REPLICA DI CITTADINi IN COMUNE
Siamo costretti a tornare sull’argomento dei siti culturali chiusi, sia perché la maggioranza comunale ha ritenuto di utilizzare parole poco gentili nei nostri riguardi, sia perché la narrazione è distonica rispetto alla realtà dei fatti.
Il Sindaco di Teramo, evidentemente piccato di non poter vantare risultati concreti del proprio operato dopo che è trascorso il 90% dell’intera Consigliatura, accusa lo scrivente Gruppo di “distorsione della realtà” e “manifesta non conoscenza del patrimonio storico-culturale teramano”, ribadendo la solita litania della polemica “esclusivamente strumentale”, concludendo con un sussiegoso quanto ingiustificato “se avessero studiato di più, avrebbero evitato l’ennesima figuraccia”.
Chiediamo venia se i nostri titoli di studio non sono al livello di quelli degli illuminati amministratori comunali, e ci scusiamo se siamo politici da marciapiede (come ripeteva sempre il nostro concittadino Marco Pannella), ma il nostro stare a contatto con le persone e il nostro civismo da strada ci consente di conoscere molte realtà che vengono ignorate proprio da chi accusa gli altri di ignoranza.
Innanzitutto risulta confermato quanto abbiamo denunciato, e cioè che 9 siti culturali cittadini sui 14 totali siano chiusi in via permanente, e a tale proposito il Sindaco e il suo illuminato Assessore alla Cultura negano soltanto che sia chiusa l’Area archeologica della Madonna della Cona, della quale sostengono che sia “attualmente aperta e fruibile”.
Purtroppo, però, sul sito istituzionale del Comune, alla pagina dedicata, risulta ben visibile la scritta: “L’area archeologica Madonna della Cona al momento non è aperta al pubblico”.
Ne consegue che coloro che avrebbero dovuto studiare di più per evitare l’ennesima figuraccia sono proprio Gianguido D’Alberto e Andrea Core.
Ma siccome ci piace essere meticolosi nelle nostre affermazioni, questa mattina abbiamo svolto uno scrupoloso sopralluogo alla Cona, sia dinanzi alla “Necropoli di Ponte Messato” e sia dinanzi alla “Necropoli sulla Via Sacra dei Pretuzii”: dal reportage che alleghiamo si comprende bene come siano molti anni che nessuno usufruisce dell’area e i residenti di Via Cavalieri di Vittorio Veneto ci hanno confermato che le strutture non siano mai state aperte negli ultimi 5 anni, come del resto lascia intuire l’assenza di ogni e qualsivoglia cartello con le indicazioni degli orari di apertura o dei contatti per prenotare una qualsiasi visita.
Ma non basta: dalle foto si evince lo stato di abbandono, le erbacce che hanno invaso tutto, coprendo anche le panchine che cadono a pezzi per inutilizzo, oltre alle piante che crescono direttamente dentro al sito archeologico e al materiale abbandonato, nonché l’unico cartellone eroso dal sole e dal tempo, già caduto a terra, e al chiosco informatico con bar e bagni mai aperto, né mai utilizzato.
E c’è pure un’ulteriore questione, segnalataci dai dirimpettai, i quali riferiscono che il Comitato di quartiere Cona abbia chiesto più volte di poter gestire l’Area e di poterla aprire al pubblico, del tutto gratuitamente e con assicurazione a proprio carico, ma sembrerebbe che abbia sempre ricevuto porte in faccia dalle Istituzioni.
Quanto agli unici 5 siti culturali effettivamente aperti, v’è da aggiungere che la sola ARCA di Corso San Giorgio sia in ottime condizioni (soltanto perché l’immobile è di proprietà della Provincia), mentre gli altri 4 presentano numerose e gravi problematiche:
1) la Sala ipogea di Piazza Garibaldi attende lavori milionari di restauro (considerato che notoriamente piove dal tetto e durante l’imminente inverno c’è da dubitare che resti sempre aperta e fruibile);
2) il Castello Della Monica necessita almeno di altri 600mila euro di ulteriori lavori interni al palazzo principale e di molti milioni di euro per il recupero del cosiddetto quartierino medievale annesso al Castello;
3) la Sala espositiva di Via Nicola Palma dev’essere totalmente ristrutturata, a partire dal portone di ingresso e passando per tutta l’impiantistica;
4) la Pinacoteca Civica necessita parimenti di lavori strutturali all’immobile.
In un simile scenario, che definire post-bellico sarebbe un eufemismo, leggere le perentorie affermazioni del Sindaco che narrano di una magnificente attenzione alla cultura che avrebbe “reso la nostra città punto di riferimento anche fuori i confini regionali”, suscita un sorriso amaro e induce alla prostrazione intellettuale.
Siamo al teatro dell’assurdo: lo scrivente Gruppo consiliare parla per fatti e per dati concreti, la maggioranza comunale replica che le nostre dichiarazioni “destano stupore”.
Pertanto, invitiamo tutti i cittadini sia a verificare la pagina del Polo Museale di Teramo sul sito istituzionale del Comune (https://www.comune.teramo.it/amministrazione/luoghi/musei/26-92.html) per prendere contezza di cosa vi sia realmente riportato, e sia a visitare personalmente tutti i 14 siti culturali cittadini per prendere coscienza di cosa sia realmente aperto e cosa inequivocabilmente non fruibile.
I Consiglieri Comunali
F.to Osvaldo DI TEODORO
F.to Giovanni LUZII
F.to Ivan VERZILLI