Nereto - Dopo l’interrogatorio in Questura si delinea un chiaro quadro di quanto accaduto l’altro ieri pomeriggio a Nereto in pieno centro. L’inchiesta giudiziaria nei confronti di Alberto Garzarelli potrebbe portare alla contestazione del tentato omicidio: l’aggressore voleva sparare ancora. Secondo gli inquirenti non lo ha fatto solo perché l’arma si è inceppata. Ma ricostruiamo i fatti: l'uomo di 56 anni spara un colpo di pistola ad una coscia a Luciano Giansante, consigliere comunale di Martinsicuro. La vittima, seppur debilitata, riesce a raggiungere la stazione dei carabinieri e a denunciare l’accaduto. L’aggressore, nel frattempo, si dilegua dalla zona va nella sua abitazione in via Alighieri, dove alla vista dei carabinieri che nel frattempo lo raggiungono, si barrica in casa. Quando il comandante della stazione si avvicina alla porta per farsi aprire, l’uomo apre e lancia contro l’ufficiale una tanica di benzina con cui minaccia di darsi fuoco. La tensione diventa alta e i militari decidono di coinvolgere nella trattativa un mediatore che ha prova a convincere l’uomo a desistere ma inutilmente. Dopo ore lui stesso, dopo l’intervento sul posto anche del personale del 118 e dei vigili del fuoco, chiede di essere arrestato dagli agenti della Polizia di Statodei quali “si fida di più“. E’ stato accontentato. Prelevato dagli uomini della squadra mobile della questura di Teramo giunti sul posto, è stato trasferito in questura a Teramo per le formalità di rito. Per il 56enne ex tabaccaio Alberto Garzarelli, tra oggi e domani è prevista l’udienza di convalida dell’arresto con le contestazioni di resistenza a pubblico ufficiale, porto abusivo di arma da fuoco, lesioni e appunto tentato omicidio. L’uomo è uscito di casa con una pistola vera detenuta illegalmente visto che non risulta essere in possesso del porto d’armi e l’avrebbe, spiega, acquistata al mercato nero. Era pronto, secondo gli inquirenti, a scaricare il caricatore su chiunque. Ha sparato un colpo contro Giansante, consigliere comunale a Martinsicuro e provinciale, incrociato nella piazza principale del paese (per lui prognosi di sette giorni) e probabilmente avrebbe continuato se l’arma non si fosse inceppata. Poi ha buttato la pistola contro una macchina infrangendo il lunotto ed è tornato in direzione della sua abitazione all’interno della quale si è barricato. Il resto della storia è noto. I carabinieri hanno avviato gli accertamenti per acquisire eventuali immagini dei sistemi di videosorveglianza di tutta la zona che potrebbero aver immortalato tutti i momenti di un pomeriggio da incubo per i residenti della zona.