Teramo - Lo scorso 25 gennaio, anche alla luce della relazione del presidente della Corte di Appello dell’Aquila sull’amministrazione della giustizia nel distretto, il consiglio dell’ordine di avvocati di Teramo ha proclamato lo stato di agitazione. Una decisione assunta, come ha rilevato l’ordine, da tutta una serie di criticità che da tempo affliggono il tribunale di Teramo quali la cronica carenza di organico, un carico di lavoro individuale di ciascun magistrato superiore del 17% rispetto alla media distrettuale e strutture non adeguate, e rispetto le quali gli avvocati chiedono risposte immediate. Una richiesta fatta propria dal sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, che si è impegnato a promuovere un incontro con tutti i livelli istituzionali a difesa di un presidio fondamentale per la comunità teramana. “Quella promossa dall’avvocatura è una battaglia che non può e non deve appartenere a una singola categoria – dichiara il primo cittadino – ma che deve chiamare a raccolta tutte le istituzioni in quanto le criticità rilevate da chi vive ogni giorno il Tribunale si ripercuotono sulla richiesta di giustizia di cittadini e tessuto economico-produttivo producendo un elevato carico di arretrati e un allungamento dei tempi di definizione dei vari procedimenti. Per questo come amministrazione siamo al loro fianco e continueremo ad aderire a tutte le iniziative messe in campo a sostegno dell’intera comunità giudiziaria”.
Già lo scorso anno il consiglio comunale di Teramo aveva approvato all’unanimità un ordine del giorno presentato dal consigliere comunale del Pd Luca Pilotti a tutela del tribunale, impegnandosi a mettere in campo, per quanto di competenza dell’amministrazione, tutte quelle azioni di supporto alle richieste degli operatori di giustizia. “Un’azione che proseguiremo anche nei prossimi mesi – continua il primo cittadino – consapevoli che i problemi messi in luce mettono a rischio anche il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr con tutto ciò che ne consegue in termini di sviluppo di un territorio. Intanto, nell’ottica di massima collaborazione, proprio per dare una prima immediata risposta alla carenza di organico che vive il tribunale, abbiamo attivato il primo Puc proprio con il Palazzo di Giustizia. Siamo consapevoli che non è questa la soluzione, ma abbiamo cercato di garantire un aiuto fattivo”.
Il sindaco, nell’annunciare la volontà di farsi promotore di un incontro presso il tribunale con tutti i livelli istituzionali, chiama la politica teramana a un’azione condivisa. “Il tribunale di Teramo è un presidio di giustizia che oltre a rappresentare un riferimento per la comunità – conclude – rappresenta un’unicità nel territorio regionale anche per la possibilità di un dialogo costante e fattivo con la facoltà di Giurisprudenza e vive problematiche diverse da quelle delle altre realtà. Un presidio che va preservato, in una battaglia che deve necessariamente coinvolgere tutta la provincia. Per questo invito tutti ad uscire dalle logiche partitiche e a portare avanti una battaglia istituzionale, affrontando la questione secondo la logica del doppio binario: da un lato bisogna spingere per risolvere definitivamente la cronica carenza di organico che affligge gli uffici giudiziari teramani, dall’altro bisogna pretendere una risposta immediata alla richiesta di sostituzione dei due giudici che sono andati via e che hanno lasciato un vuoto che rischia di creare un’impasse con ripercussioni negative. Certo è che nessuno può chiamarsi fuori dalla difesa del nostro tribunale, che passa anche per la creazione di sinergie virtuose con la facoltà di Giurisprudenza, punto di riferimento del polo umanistico d’eccellenza del nostro ateneo”.