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Tanti decessi e poche nascite: l’ Abruzzo in un anno perde 12.929 residenti

Attualità  | 23 March 2022

Pescara - Al 31 dicembre 2020, in Abruzzo si contano 1.281.012 residenti. I dati registrano, rispetto all'edizione 2019, un decremento di 12.929 unità nella regione. La popolazione diminuisce in tutte le province della regione. In particolare, L'Aquila registra il maggiore decremento sia in termini assoluti (290.811 abitanti; -4.027 unità) che relativi (-1,4%); seguono Chieti (375.215 ; -3.625 unità, -1%), Teramo (301.104; -2.796, -0,9%) e Pescara (313.882; -2.481, -0,8%). Il comune abruzzese più piccolo è Montebello Sul Sangro, con 75 abitanti, mentre Pescara continua a essere il più grande (118.766 abitanti). E' quanto emerge dal censimento permanente della popolazione in Abruzzo, curato dall'Istat e riferito al 2020. Il comune che fa registrare il massimo incremento assoluto di popolazione (+568 unità) è Francavilla al Mare (Chieti). Sono invece 245 i comuni dove la popolazione diminuisce: in valore assoluto le perdite più consistenti si registrano a Teramo (-1.522), Chieti (-1.148) e Pescara (-1.096), in termini relativi nei comuni di Cansano (-8,7%) e Montebello sul Sangro (-8,5%).

Il decremento della popolazione, in Abruzzo, è dovuto principalmente al deficit di ‘sostituzione naturale' tra nati e morti. Questa tendenza è stata ulteriormente aggravata dalla pandemia da Covid-19. L'eccesso di decessi, direttamente o indirettamente riferibile alla pandemia, ha comportato l'incremento del tasso di mortalità dall'11,3 del 2019 al 12,4 per mille del 2020, con il picco del 12,8 per mille della provincia dell'Aquila. Sulla natalità gli effetti sono meno immediati e il calo delle nascite, registrato anche nel 2020, è riconducibile soprattutto a fattori pregressi, come la sistematica riduzione della popolazione in età feconda, la posticipazione nel progetto genitoriale e il clima di incertezza per il futuro. Tra il 2019

e il 2020 il tasso di natalità è sceso dal 6,6 al 6,4 per mille, con un calo maggiore nelle province di Chieti (da 6,4 a 6,1) e Teramo (da 6,7 a 6,4 per mille). A Pescara il dato è invariato (6,8), mentre all'Aquila aumenta debolmente (da 6,3 a 6,4). I movimenti tra comuni - emerge dai dati Istat - si sono ridotti drasticamente durante la prima ondata della pandemia, a causa del lockdown di marzo che ha ridotto al minimo la mobilità residenziale, per poi riprendere nei mesi successivi.

Il tasso migratorio interno, da -1 per mille del 2019, si attesta a -0,1 per mille nel 2020, oscillando tra -0,4 per mille della provincia di Teramo a 1,2 di Pescara. Le ripercussioni sono state molto più rilevanti sui movimenti migratori internazionali. Il tasso migratorio estero, pur rimanendo positivo in tutte le province, si riduce in modo consistente rispetto al 2019 (dal 2,4 al 1,3 per mille), in particolare nella provincia di Teramo (da 2,9 a 1,3 per mille).

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