Teramo - Ieri, la maestosa Aula Magna del Convitto Nazionale Melchiorre Delfico di Teramo, ha ospitato il noto scrittore Paolo Giordano, vincitore a soli 26 anni del Premio Strega, con il suo primo romanzo, "La solitudine dei numeri primi", edito nel 2008, autore anche di altri quattro romanzi, "Il corpo umano", " Il nero e l'argento", "Divorare il cielo" e "Tasmania", l'ultimo dei romanzi editi. Paolo Giordano è anche autore di numerosi racconti, di saggi, di pubblicazioni scientifiche e sceneggiatore di diversi film tra i quali "Siccità", diretto da Paolo Virzì. Ieri, difronte ad un pubblico attento, affascinato, curioso, silenzioso, ha ripercorso, in un dialogo profondo ed autentico con la giornalista Anna Fusaro, le tappe più importanti della sua carriera letteraria, soffermandosi non solo sui contenuti delle opere ma anche e soprattutto sulle emozioni provate personalmente in alcune circostanze della sua vita di uomo, di fisico e di letterato. Particolare attenzione è stata rivolta al suo ultimo romanzo edito, "Tasmania", un'opera proiettata sul futuro, un tempo lontano tanto temuto quanto desiderato da ciascuno di noi. Paolo Giordano ha sottolineato quanto siano diffusi nel nostro tempo la paura, il timore di perdere improvvisamente il controllo, in un contesto di forte crisi generazionale, una crisi che tocca prepotentemente ogni ambito della nostra vita e difronte alla quale, a volte, siamo spettatori impotenti, vorremo ricevere risposte scientifiche, un po' come accade al protagonista del romanzo, ma ci ritroviamo catapultati difronte ad un muro quasi invalicabile di infinite domande. Un invito al lettore, quello celato tra le righe di "Tasmania", a generare consapevolezza, a spalancare gli occhi difronte ad un mondo che per quanto complesso ed in crisi, ci chiede di essere noi stessi autori di un urgente cambiamento. Toccanti sono stati poi i riferimenti di Paolo Giordano al suo viaggio ad Israele e a quanto sia stato complesso passare da tante atrocità di nuovo alla vita quotidiana. Una delle speranze più grandi, ha confessato ieri Giordano, "è quella di poter tornare tutti a commuoverci, a provare sentimenti e a condividerli, non soltanto difronte a tragedie, a catastrofi naturali, ma anche difronte a circostanze belle e gioiose".
Un privilegio per questa città aver ascoltato per oltre due ore un uomo di questa levatura. Grazie a chi ha reso possibile tutto questo, in modo particolare a Paolo Ruggieri, segretario del Premio Letterario Teramo, in collaborazione con Wide Open e l'assessorato alla Cultura della città di Teramo.
Cristina Mincione