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Troppi cantieri, il commercio ne risente

Attualità  | 30 April 2022

Teramo - “In questo periodo, anche grazie alle agevolazioni normative, molti condomìni hanno avviato o stanno per avviare rilevanti lavori di riqualificazione delle strutture dei palazzi, delle facciate e dei tetti. Ovviamente tali cantieri, laddove insistono nel centro storico cittadino, nelle vie e negli spazi meno agevoli, nei luoghi più innervati dai locali commerciali, comportano inevitabili disagi alle attività produttive”. Così il consigliere comunale Osvaldo Di Todoro che prosegue: “Ne discende come sorga l’esigenza di compenetrare da un lato i diritti e gli interessi dei proprietari degli immobili al corretto svolgimento delle opere edilizie, e dall’altro lato i diritti e gli interessi degli imprenditori e dei professionisti a non subire le conseguenze negative dell’insistere dei cantieri a ridosso dei locali sede delle proprie attività. 

Innanzitutto occorre disciplinare il minor impatto possibile delle impalcature sulla visibilità delle vetrine e sulla transitabilità delle porte di passaggio; in secondo luogo occorre ridurre al minimo la presenza dei cantieri, regimentando le tempistiche con un allungamento degli orari giornalieri di lavoro (anche nelle ore serali, notturne e nei festivi), riducendo la metratura delle aree di carico, scarico e di lavorazione, nonché accorciando al massimo la durata complessiva degli appalti nelle zone sensibili alla problematica. 

Per raggiungere queste finalità, lo scrivente si è attivato nel chiedere la convocazione di un’apposita seduta della competente II Commissione consiliare “Urbanistica e Pianificazione - Lavori pubblici - Traffico e trasporti”, onde poter discutere delle criticità ed offrire soluzioni rapide ed efficaci al diffondersi dei disagi che inesorabilmente andranno ad acuirsi, mano a mano che i numerosi cantieri si moltiplicheranno in città. 

A livello civilistico, non deve sfuggire come i danni causati ai commercianti, ai professionisti e agli imprenditori dalla presenza dei ponteggi e delle aree di cantiere, sia assolutamente risarcibile e a carico dei condomìni e delle imprese edili, laddove sia dimostrabile il danno concreto arrecato alla propria attività (ad esempio la riduzione di fatturato). A tale riguardo la Corte di Cassazione ha inequivocabilmente affermato che “L’occupazione di un viale antistante un’attività commerciale comporta di per sé un danno” e, come tale, va risarcito. 

Inoltre, qualora i titolari degli esercizi si trovino ad essere inquilini/locatari, potranno rivalersi sui proprietari i quali, sempre sulla scorta del Codice civile, sono tenuti a mantenere l’immobile locato “in stato da servire all’uso convenuto”. Ne consegue che nel caso i ponteggi occultino le vetrine o nascondano la presenza di un esercizio aperto al pubblico, limitando di fatto il godimento dell’immobile al commerciante/imprenditore, ciò concretizza un inadempimento del proprietario rispetto agli obblighi a cui è tenuto per legge. In tali evenienze gli inquilini hanno la facoltà di agire contro i proprietari/locatori per ottenere sia la riduzione del canone e sia il risarcimento dei danni subiti (a loro volta i proprietari potranno rivalersi sui terzi responsabili per recuperare i soldi che hanno dovuto riconoscere agli inquilini). 

Faccio personalmente appello a tutti i  condomìni e ai proprietari di immobili oggetto di riqualificazione affinché si adoperino con le imprese appaltatrici per creare i minori disagi possibili. 

Al contempo, sotto il profilo della sensibilizzazione delle Istituzioni, occorre sottolineare la delicatezza della questione e le ricadute pesanti in termini di occupazione, di perdite di fatturato, di chiusura degli esercizi, di riduzioni di reddito sia da parte dei lavoratori del settore commercio e sia da parte dei proprietari di locali commerciali. 

Per tutti gli elencati motivi occorre la massima sollecitudine nell’affrontare la problematica, cosa che auspico nell’interesse generale della cittadinanza”. Conclude Di Teodoro.  

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