«May God bless and keep you always
May your wishes all come true
May you always do for others
And let others do for you
May you build a ladder to the stars
And climb on every rung
May you stay forever young
May you stay forever young»
BOB DYLAN
Jack Kerouac – con lui è iniziato tutto, dice Bob Dylan: “I was born on the wrong side of the railroad track / Like Ginsberg, Corso and Kerouac” – diceva che lui non era contro gli hippy, anzi, sosteneva che quei ragazzi fossero molto migliori di loro, ma che poi in mezzo a quei ragazzi ci si è ficcata la politica, i comunisti, e che la colpa era stata tutta di Allen Ginsberg, che Kerouac, per questo motivo, finì per detestare. Ma Kerouac, Il Genio, colui che ha scritto l'unico libro della storia che ha davvero cambiato il mondo, On The Road (1957), e i versi più illuminati e illuminanti che un uomo sia mai riuscito a fermare sopra un pezzo di carta, Mexico City Blues (1959); colui che ha dato vita al movimento letterario più ampio e longevo della storia della letteratura mondiale, la Beat Generation, che, da New York City, alla fine del Secondo conflitto mondiale, presentò all'intero mondo gli unici poeti possibili che, semmai, morivano e muoiono di troppa vita e giammai per non aver mai vissuto; Kerouac, religioso, un cattolico che per tutta la vita ha cercato Dio, completamente rapito dalla figura di Gesù Cristo e dal suo Discorso della montagna, che, però, non si accorse del Rock ‘N’ Roll, il vero motore trainante, di una potenza ineguagliabile, che muoveva quei ragazzi, gli hippy.
Allen Ginsberg, come un epigono di Giovanni il Battista che però si teneva stretta la testa sul collo, diceva che con l'avvento di Dylan la Beat Generation poteva passare il testimone perché aveva trovato finalmente il suo Profeta e Cantore, incorporandone appieno il Senso.
Bob Dylan, che si accorse benissimo del Rock ‘N’ Roll e non si mise certo a scrivere poesie ma canzoni, diceva invece di Ginsberg (che lo seguiva incantato nell’infinito Rolling Thunder Revue , che però ebbe un inizio certo, il 30 ottobre 1975 al War Memorial Auditorium di Plymouth, Massachusetts) che avrebbe voluto essere un cantautore ma che era solo un poeta che non sapeva scrivere canzoni.
Così andò che Dylan scrisse lui la colonna sonora della cosiddetta Controcultura. E fece della sua armonica richiamo di genti, come mai nessuno prima.
Ma in questi giorni di concerti italiani ci si è limitati solo a dire dei divieti imposti nei suoi spettacoli, e della scaletta quasi totalmente limitata al suo ultimo disco di inediti e capolavoro, Rough and Rowdy Ways, che ha pubblicato a 79 anni compiuti (Giuseppe Verdi compose il suo Falstaff a 79 anni, su libretto di Arrigo Boito); ma in 60 anni di tournée, Dylan, passando dai villaggi più sperduti del Midwest alle sconvolgenti metropoli orientali, non ha mai suonato e cantato per alimentare il suo mito e si è sempre e solo considerato un cantautore, e un cantautore compone e scrive continuamente pezzi nuovi ed è queste canzoni che più di altre desidera cantare al suo pubblico, che per Dylan significa il Mondo, l’intera umanità, per vantaggio linguistico, certo, ma soprattutto per talento e vocazione, e dedizione al contenuto e alla forma; e lui questo mestiere del cantautore lo ha fatto come mai nessuno prima perché è stato il primo a portare l'impegno civile dentro l'assordante mondo del Rock ‘N’ Roll, perciò il Nobel del 2016, il più significativo di sempre, perché l’Accademia di Svezia ha elevato il testo per canzone (e non di poesia, Vecchi scemi!) a genere letterario, ed è una presa d’atto che non poteva più essere rinviata, e non si poteva che fare per primo il nome di Bob Dylan tra tutti gli scrittori di canzoni: nessuno in questi giorni ha saputo leggere e capire e scrivere che Dylan ha chiesto attenzione perché si sta congedando dal mondo.
Ed è un congedo lungo il suo, che parte dal 27 marzo 2020 quando, in piena pandemia, pubblicò gratuitamente sul suo canale YouTube Murder Most Foul, e, il 17 aprile, I contain multitudes, iniziando a presentare al mondo il suo testamento spirituale, Rough and Rowdy Ways appunto.
Certo, è stanco, vecchio, malato, si muove poco, non mette più a tracolla la chitarra, la sua voce è ogni giorno più roca, che fa i suoi testi così incomprensibili oramai da tempo, e i fidi musicisti lo seguono prima con gli occhi e poi con la musica, ma dentro di lui ha sempre funzionato tutto alla perfezione, un dentro dove la sua voce è stata sempre argentina, eppure, certamente, ha sempre cantato chiaro il suo pensiero, che solo salire su un palco a cantare vincendo le sue timidezze gli è interessato fare della sua vita.
C'è un artista più grande di Bob Dylan? No, non c'è mai stato un artista come Dylan prima perché nessuno ha saputo dirci l'umanità meglio di lui, ed è, il suo, in più, un dire tutto romantico e ballabile.
Possa Dio benedirti e conservarti in eterno
Possa tu rimanere giovane in eterno
Che porti con tanta dignità la tua vecchiezza per il mondo.
MASSIMO RIDOLFI