Una festa musicale che nasce da modalità espressive di matrice contadina e pastorale e che negli anni si è arricchita di originali sonorità provenienti da aree geografiche tra loro lontane.
La trascinante energia di suono e di ballo, prodotta da diverse “squadre” di suonatori itineranti, dà vita a cortei sinuosi ed eterogenei, in cui il protagonismo di chi suona senza palchi non è superiore a quello di chi balla e ascolta.
La manifestazione ha anche ottenuto una menzione sul noto quotidiano britannico The Guardian, che l’ha collocata tra i 20 migliori festival popolari in Europa.
A caratterizzare il Festival etnomusicologico la presenza di circa 30 gruppi musicali provenienti sia dall’Abruzzo che da altre località italiane e dal mondo in grado di proporre e far mescolare musiche tradizionali straordinarie.
Ad aprire la festa alle ore 21 del 9 agosto sarà la folle processione di Santa Flurijì (il cui nome significa “fiorire” nel dialetto arsitano). Santa estranea all’agiografia canonica e frutto
dell’immaginazione degli organizzatori, che nel corso degli anni è stata assunta come protettrice della festa, dei suonatori e di tutte le fioriture.