Teramo - Un gruppo di cittadini del centro storico di Valle S. Giovanni, dice no al nuovo progetto previsto la dall'Amministrazione comuale per la ristrutturazione urbanistica di “Largo della Chiesa”.
"Il progetto - spiegano i cittadini - prevede lo stravolgimento del “Largo” dal punto di vista della viabilità, dell’accesso alle abitazioni e della fruizione dei parcheggi. Da notare che non si tratta propriamente di una “piazza”, quanto più di un incrocio di tre vie, dunque un trivio e, storicamente, non è stato mai fruito come piazza.
La viabilità del progetto vedrebbe ristretta la carreggiata e chiuderebbe totalmente una delle vie d’accesso, trasformando il trivio in una strada unica.
La restante parte di questo slargo verrebbe, invece, destinata ad area pedonale, rialzata da un impattante marciapiede e con un arredo urbano del tutto decontestualizzato dall’estetica propria del borgo. La costruzione di barriere architettoniche su un’area pedonale delimitata da gradoni creerebbe anche una drastica riduzione dei posti auto da circa trenta a nove, con l'impossibilità di reperire parcheggi in spazi alternativi anche considerate le caratteristiche della rete viaria afferente. Per di più la facilità di accesso alle abitazioni per le persone anziane e disabili verrebbe ridotta e ostacolata, così come la necessità di approvvigionamento di legna e/o pellet, e l’accesso a fondaci e rimesse di macchinari agricoli. Da notare, infatti, che l’impronta storica del nostro piccolo centro è quella di un tipico borgo dell’entroterra appenninico, con tutte le sue criticità evidenziatesi negli ultimi decenni, come lo spopolamento, la mancanza di servizi ed esercizi, la carenza di trasporti pubblici e l’abbandono da parte delle amministrazioni che si sono susseguite.
Per le sue caratteristiche la sua vera vocazione sarebbe quella di essere un borgo aggregato a qualche comune montano o viciniore, piuttosto che ad un capoluogo disattento e “lontano” come Teramo.
Noi cittadini residenti in questa piazza e di tutto il centro storico siamo d’accordo nel richiedere la modifica parziale del progetto con una pavimentazione a raso senza marciapiedi e gradini, carreggiabile e parcheggiabile in tutta la sua area, senza gradoni, ostacoli e dislivelli e senza la chiusura delle strade di accesso.
Prendiamo come esempio di riferimento piazza “Orsini” di Montorio al Vomano che prevede una parte centrale carreggiabile e tutto il resto della piazza pavimentata a raso accessibile, transitabile e parcheggiabile anche agli ambulanti in occasione delle feste patronali.
Rispetto al progetto presentato dall’Amministrazione questa nostra soluzione, che vede d’accordo tutti i residenti, prevede esclusivamente la rimozione del dislivello e l’accesso all’area pavimentata con le autovetture, con panchine posizionate a ridosso delle abitazioni, come usava nei piccoli centri di una volta.
Ciò che ci preme sottolineare è che non venga stravolta l’essenza e l'identità di questo spazio e di tutto il borgo che è stato da noi vissuto in modi e dinamiche totalmente ignorate da chi ha elaborato il progetto.
Ribadiamo che la funzione della piazza, storicamente, è sempre stata quella di uno spazio polifunzionale allestito ad hoc per vari eventi religiosi e culturali: processioni religiose, feste civili, funerali, matrimoni o l’infiorata del Corpus Domini, ai quali eventi verrebbero a mancare spazi adeguati, sia per lo svolgimento in sé che per lo stazionamento dei mezzi necessari. D’altra parte è doveroso far notare che i rappresentanti dell’amministrazione, incontrando la popolazione, hanno solo fatto finta di ascoltare: in realtà sono andati avanti proponendo sempre lo stesso progetto senza accogliere nessuna delle osservazioni sollevate dai tanti cittadini intervenuti che hanno a cuore la sorte del loro paese. Le modifiche proposte infatti
riguardano solo aspetti poco significativi del progetto e ricadono sotto tutte le perplessità già espresse.
Siamo ancora una volta di fronte a politici che non ascoltano le esigenze dei cittadini ma che si chiudono nelle loro certezze e, se si confrontano, lo fanno solo per dimostrare di avere ragione e per far passare la loro linea.
Siamo consapevoli che qui sono in gioco i fondi del PNRR e che ci sono professionisti coinvolti che hanno ottenuto l’appalto di tali lavori, ma in questo caso crediamo occorra una certa flessibilità mentale ispirata ad un’altra mentalità che non è quella delle pratiche standard imposte ma deve essere il rispetto della promozione dell’identità dei luoghi e dei bisogni degli abitanti.
In conclusione ci opponiamo in modo categorico a che questo progetto venga realizzato nei termini proposti dall’amministrazione e ci auguriamo che le modifiche qui presentate siano accolte e inserite nel progetto".