Teramo - L'Universita' di Teramo rende noto che vengono dall'Abruzzo i principi per una sana longevità. Alimentazione fondamentale anche per una maggiore efficacia dei vaccini. Numerosi approfondimenti hanno evidenziato anche l'importanza della dieta mediterranea nei confronti delle malattie infettive, a partire proprio dal Covid. Presentati anche gli ultimi studi sugli insetti edibili, possibile cibo del futuro grazie alla capacita' antiossidante e alla funzione migliorativa dello stato infiammatorio. Nuove soluzioni per assumere un'alimentazione corretta che favorisca la salute dell'individuo arrivano dal XX Congresso della Societa' Italiana di Scienze dell'Alimentazione - SISA, che si e' tenuto a Roma presso l'Universita' Sapienza. Un'iniziativa che ha ribadito l'impegno della Societa' scientifica nel sostenere e promuovere la ricerca nel campo delle scienze dell'alimentazione campo tra i giovani; sono stati anche assegnati 4 premi per i migliori abstract presentati al congresso e sono stati consegnati i premi
dello scorso anno alle 4 migliori pubblicazioni di giovani. “Le raccomandazioni nutrizionali sono note a tutti, eppure spesso non vengono seguite in quanto ritenute eccessivamente restrittive, tanto che nel mondo ci sono quasi due milioni di persone sovrappeso e da 50 anni vi e' una pandemia di obesita' - sottolinea il Prof. Mauro Serafini, Professore Ordinario di alimentazione e nutrizione umana, Universita' di Teramo e Consigliere SISA - Dobbiamo identificare dei principi reali per la nutrizione, che riducano i fattori di rischio cardiovascolare durante il pasto". "Anzitutto - sostiene Serafini - la sera si dovrebbe mangiare non troppo tardi per evitare lo stress
infiammatorio ed essere in linea con i ritmi circadiani della giornata; inoltre, si dovrebbero associare ad ogni pasto frutta, verdura, legumi, perche' la presenza dei composti bioattivi del mondo vegetale in quella fase di digestione e' in grado di ridurre fortemente sia l'aumento dei trigliceridi ma soprattutto la risposta infiammatoria ossidativa". "Anzitutto, vi sono delle affinita' con la maggior parte degli studi sui centenari, legati a due aspetti fondamentali della longevita', ossia l’attivita' fisica costante e una dieta sana, con elevato consumo di prodotti di origine vegetale (frutta, verdura, legumi, cereali), con la particolarita' dell'assenza quasi totale di dolci - spiega il Prof. Mauro Serafini - L'aspetto nuovo che emerge nel 93% dei nonagenari e nell'82% dei centenari e' di aver seguito una tradizione alimentare tipica dell'Abruzzo, lo "sdijuno", che significa "stappa digiuno": una colazione salata di circa 300 calorie, fatta verso le 6.30. A seguire, alle 12.30 c'era un pranzo abbondante con cibi come polenta, legumi, carne, pasta fatta in casa, e intorno alle 18.30, cena a base di verdure, minestre, uova, formaggi. Con questi ritmi si favorisce un basso stress infiammatorio notturno, in linea con i ritmi circadiani che vedono rallentare il nostro metabolismo nelle ore serali.
Pur essendo uno studio osservazionale, analizza l’importanza della crononutrizione, legata all'orario dei pasti per una maggiore longevita': dalla cena al pranzo ci sono circa 17,5 ore di "restrizione calorica", una finestra dove c'e' solo la colazione. Questo dava loro la capacita' di non stressare ne' il sistema immunitario ne' il metabolismo, preparandoli per un pasto abbondante come il pranzo. La risposta metabolico/immunitaria individuale allo stress post-prandiale si lega ai ritmi circadiani, all'orario, alla tipologia di pasto. Questa e' una possibile spiegazione della loro longevita’, sebbene non si possa dimenticare che a determinare la sopravvivenza intervengano numerose altre variabili".