Teramo - La famiglia Franceschini denuncia i suoi 15 anni di calvario per la mancata ricostruzione ricostruzione dell’edifico di interesse storico artistico di 1500 metri quadri ubicato a Tossicia. L’immobile, da sempre utilizzato con la famiglia in parte ad uso abitazione ed in parte ad uso studio professionale dopo il terribile sisma del 6 aprile 2009 con epicentro in L’Aquila, è stato gravemente danneggiato rimanendo totalmente inagibile per oltre il 90% della sua superficie ad uso abitativo e per l’integrale 100% per la sua superficie ad uso di studio professionale.
“A seguito e in ossequio delle normative approvate dal governo ebbi a presentare ritualmente, insieme agli altri miei familiari, una domanda per la concessione del contributo statale a fondo perduto per la ricostruzione” spiega l’avvocato Franceschini,
Purtroppo da tale momento inizia, dopo quello legato al dramma del sisma, anche l’ulteriore calvario mio e di tutti i cittadini che sono nella mia condizione in quanto il Governo dell’epoca ebbe la brillante idea di ritardare l’esecuzione dei lavori di riparazione-ricostruzione proprio nelle zone più colpite dal sisma in quanto con una normativa legislativa decretò che i proprietari degli immobili siti nei contri storici dei Comuni ricompresi nel c.d “cratere sismico” non potevano iniziare il procedimento amministrativo per la concessione del contributo statale se non dopo l’approvazione di un nuovo, specifico, strumento urbanistico, denominato “Piano di ricostruzione per i centri storici”. Ma, spiega, è chiaro, documentato e incontestabile che alla data del 10 dicembre 2012 il comune di tossicia non abbia rispettato il dettato normativo e fosse irrimediabilmente escluso dalla possibilità di procedere con le norme speciali innanzi richiamate alla ricostruzione!”. Numerose le altre problematiche di carattere burocratico che hanno bloccato la riqualificazione dell’immobile. L’avvocato Franceschini ha chiesto un risarcimento dei danni di oltre 3milioni di euro.