Teramo - L’evento di Morro d'Oro, che ha visto due persone, tra cui un bambino di pochi mesi, investite mentre attraversavano sulle strisce pedonali un tratto di strada urbano, riporta drammaticamente in luce il dramma della violenza stradale.
"Non chiamiamoli incidenti - dichiara FIAB Teramo - perchè spesso non sono frutto di eventi imprevedibili, ma di precisi comportamenti dei responsabili. Mancato rispetto dei limiti di velocità e delle norme del codice della strada, distrazione, assunzione di sostanze psicoalteranti, tutti elementi che dipendono dal fattore umano".
"Di certo - continua FIAB - anche la sicurezza delle infrastrutture stradali ha il suo peso. Dai gestori delle strade, ANAS in testa, ci aspetteremmo il recepimento degli indirizzi del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (cui dovrebbero far riferimento e che non a caso ha inserito nel nome mobilità sostenibile) nella difesa dell’utenza debole delle strade, piuttosto che facilitare il più possibile il transito e la presunta sicurezza degli automobilisti, eliminando alberi e scoraggiando l'utilizzo della strada da parte degli altri utenti, ciclisti e pedoni, come purtroppo si ostinano a fare".
"In Italia, ogni giorno, in media, muoiono nove persone per incidente stradale - sottolinea la Federazione - e spesso sono bambini e bambine al di sotto dei 15 anni. I nostri figli, nipoti, fratelli e sorelle, madri e padri. Un numero altissimo di vittime con un costo sociale di oltre 23 miliardi di euro ed un costo umano inestimabile".
"Nel 2021 ci sono stati 1.238 incidenti mortali in Italia, con 1.313 vittime. Una guerra, di cui, però, nessuno si preoccupa - evidenzia l'associazione. In Olanda, negli anni 70, l'aumento delle vittime da incidente automobilistico, unita alla crisi energetica, portò all'adozione di un nuovo modello di mobilità. In Inghilterra, Germania e Francia i Governi centrali e locali stanno adottando misure per incentivare l'utilizzo di mezzi alternativi all'automobile, anche creando, in ambito urbano, zone pedonali, zone 30, percorsi ciclabili, ecc. In Italia si sovvenziona pesantemente l'automobile, seppure elettrica, destinando le briciole a trasporto pubblico locale e mobilità ciclistica. E l'italiano medio entra in crisi esistenziale non appena gli si sottraggono pochi mq di spazio stradale per destinarlo alla sicurezza di pedoni e ciclisti, perchè vede minacciato il presunto diritto inalienabile a spostarsi, sempre e comunque, in barba a qualsiasi regola, a bordo della propria automobile. E non c'è aumento di prezzo di carburanti che tenga."
"E' il momento di cambiare passo - conclude FIAB - per la sicurezza di tutti. Domani, sotto le ruote di un’automobile potrebbe finirci nostro figlio, nostro nipote, un nostro parente. Guidiamo con prudenza, rispettando le norme, e soprattutto, le vite umane!"